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Dall’INTERNAZIONALE del 27 gen/2feb 2023 T. Fischer- H.Knut- Die Zeit

Spesso le aziende compensano l’anidride carbonica che emettono finanziando progetti di tutela ambientale. Ma molte di queste iniziative non hanno alcun valore.

Sistema di scambio di quote di emissione dell’UE.(nota di Campioni)

Fa parte di un sistema che pone un limite alla quantità di inquinamento che le aziende possono produrre. Le aziende possono acquistare e vendere i diritti per immettere gas nocivi nell’aria, il che significa che un’azienda che riduce il proprio inquinamento viene ricompensata finanziariamente.

Come funziona il sistema EU ETS (nota di Campioni)

L’EU ETS opera secondo il principio del “Cap and Trade” (tetto massimo e commercio). Viene fissato un tetto o limite, che stabilisce la quantità massima che può essere emessa dagli impianti che rientrano nel sistema. Entro questo limite, le imprese possono acquistare o vendere quote in base alle loro esigenze. Le quote rappresentano la valuta centrale del sistema; una quota dà al suo titolare il diritto di emettere una tonnellata di CO2 o l’ammontare equivalente di un altro GHG (greenhouse gases → gas serra).

Una volta l’anno, tutte le imprese che partecipano all’UE ETS devono restituire una quota di emissione per ogni tonnellata di CO2eq emessa. Un numero limitato di quote di emissione viene assegnato a titolo gratuito ad alcune imprese sulla base di regole armonizzate di assegnazione applicate in tutta Europa. Le imprese che non ricevono quote di emissione a titolo gratuito o in cui le quote ricevute non sono sufficienti a coprire le emissioni prodotte devono acquistare le quote di emissione all’asta o da altre imprese. Viceversa, chi ha quote di emissioni in eccesso rispetto alle emissioni prodotte, può venderle. Se una società non adempie agli obblighi di conformità (compliance), vengono applicate sanzioni pesanti.

La società Verra (presa dal sito https://www.madaprojects.it/crediti-di-carbonio-e-carbon-standard-tutti-i-numeri-del-registro-di-verra/).

Verra è il principale Carbon Standard globale, che aiuta ad affrontare le sfide ambientali e sociali più difficili del mondo sviluppando e gestendo standard che aiutano il settore privato, i paesi e la società civile a raggiungere ambiziosi obiettivi di sviluppo sostenibile e azione per il clima.

Verra è una ONG con sede a Washington, DC (USA) fondata nel 2007 da leader ambientali e aziendali che hanno visto la necessità di una maggiore garanzia di qualità nei Mercati Volontari del Carbonio. Ora funge da segretariato per i vari standard che sviluppa e programmi che gestisce, nonché un incubatore di nuove idee che possono generare un valore ambientale e sociale significativo su larga scala.

Articolo dell’Internazionale

A parere degli autori dell’articolo citato, all’interno di questo meccanismo molte aziende mettono in atto una vera truffa perché si inseriscono nel meccanismo con progetti che sono validi solo sulla carta. Vediamo in sintesi di cosa si tratta.

Su questa ONG, Verra, fanno affidamento i menager delle multinazionali di tutto il mondo, da Gazprom alla Apple e alla Volkwagen. Il 75% dei certificati d’emissione sul mercato volontario, cioè non statale, è rilasciato da loro. Sono loro a fare le regole , trasformando aziende inquinanti in aziende sostenibili.

Le parti coinvolte nell’affare sono quattro.

Primo, gli acquirenti dei crediti: aziende, come la Volkwagen, che pagano per riscattarsi dall’inquinamento di cui sono responsabili.

Secondo, i venditori: normalmente startup o società di consulenza che si occupano della compravendita di certificati, guadagnando un sacco di soldi.

Terzo, i responsabili dei vari progetti, ossia quelli che fanno in modo che i certificati arrivino sul mercato evitando l’emissione di CO2, per esempio salvando un pezzo di foresta amazzonica che era destinato ad essere abbattuto. Anche loro ci guadagnano.

Quarto, i certificatori, quelli che dettano le regole del gioco stabilendo il numero di certificati collegati a ciascun progetto. A livello modiale, in tre casi su quattro questo ruolo spetta alla Verra, che svolge una funzione di vigilanza senza essere un ente pubblico. Il suo compito è garantire che ad ogni certificato emesso corrisponda un effettivo risparmio di anidride carbonica.

Grazie alla Verra negli ultimi anni migliaia di aziende in tutto il mondo hanno potuto proclamare piccoli e grandi successi sul clima. Essa certifica i progetti più disparati, dagli impianti fotovoltaici a quelli idroelettrici. La maggior parte però (40%) riguarda la protezione delle foreste.

Secondo un’inchiesta del settimanale Die Zeit, del Guardian e del consorzio investigativo SourceMaterial, sembra che per anni siano stati venduti milioni di certificati che non avrebbero dovuto esistere. A quanto pare molti progetti di tutela delle foreste sopravvalutano di parecchio la quantità di carbonio che fanno risparmiare. A consentorglielo sono proprio le regole del più importante ente certificatore sul mercato e il fallimento dei meccanismo di vigilanza.

Un team di ricercatori internazionali ha preso in esame 29 degli 87 progetti di protezione delle foreste attualmente certificati dalla Verra, giungendo alla conclusione che probaboìilmente più del 90% di tutti i certificati emessi è privo di qualsiasi valore. Attraverso questi certificati sono finiti sul mercato dei crediti di emisssione 89 milioni di tonnellate di CO2, l’equivalente delle emissioni della Grecia e della Svizzera messe insieme e coinvolge multinazionali di tutto il mondo. Gli 89 milioni provengono solo dai progetti esaminati dallo studio citato e rappresentano appena un terzo di quelli certificati da Verra. E’ molto probabile che i certificati fasulli siano molto di più. Per rendere conto del giro d’affari, solo la Shell ha in programma di comprare 120 milioni di certificati all’anno sul mercato volontario entro il 2030.

I consumatori sono convinti di fare la loro parte comprando prodotti “a emissione zero”, ma spesso non è così. Perché, ogni volta che un azienda si riscatta comprando un certificato che è solo carta straccia, in realtà non c’è stata alcuna compensazione. Siamo arrivati a questo punto a causa di un sistema di conflitti di interesse al centro del quale c’è Verra.

Puoi leggere tutto l’articolo su Internazione del 27 gen/2 feb 2023.

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3 risposte a “Articoli del mese”

  1. Avatar Franco Dazzi
    Franco Dazzi

    …penso che non arriveremo mai ma neanche lontanamente, ad una soluzione anche se parziale, del problema. Il Sistema è congegnato in un modo assolutamente immodificabile. L’umanità è destinatacondannata all’estinzione. Non se ne accorgerà nessuno.

    1. Avatar wp_15519964

      Ne abbiamo già discusso; credo che tutte le problematiche ambientali, ma anche quelle sociali, siano legate allo svipuppo del capitalismo, sistema economico, sociale e culturale non più sostenibile.

  2. Avatar Franco Dazzi
    Franco Dazzi

    Il cambiamento del modello di sviluppo può avvenire partendo dal problema ambientale ? Il capitalismo è un modello di sviluppo autoriproducente con il consumo delle materie prime che si esauriranno. Il loro esaurimento coinciderà con la fine del capitalismo? “Il capitalismo a buon mercato” non afferma che nellabbodanza delle risorse questo modello di sviluppo trova arricchimento?

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